Zaino in spalla… Si parte!

Il primo campo del Riparto Montemerlo 1

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28 luglio 1946

Tutto procede con ordine: arrivano uova, farina, grassi, marmellata, conserva, polli, conigli ecc. ecc. – Sabato mattina cominciano ad arrivare materassi, coperte e cuscini

Così scriveva Gennaro, il fondatore del nostro gruppo scout, in uno dei suoi preziosi diari. Questi diari, redatti con tanta cura negli anni, rappresentano una memoria storica inestimabile del nostro gruppo, permettendoci di rivivere momenti che ancora oggi qualcuno ricorda con intensa emozione.

Ma veniamo al fulcro del nostro racconto di oggi: il primo campeggio del riparto Montemerlo 1. Nel 1946, appena un anno dopo la fondazione del gruppo, Enego si riempiva di scout provenienti dai Colli Euganei, pronti per un’avventura indimenticabile. Nessuno poteva pensare che a solo un anno di distanza dalla fondazione i giovani scout sarebbero stati in grado di organizzare il campo che avevano sempre sognato.

Preparati tutti i materiali – zaini, tende, pali e molto altro – e caricati sul camion dell’allora sindaco Giulio Purgato, partirono alla volta di Enego. Per non lasciare i propri averi soli soletti un altro carico fu aggiunto al cassone del camion: 26 ragazzi pronti all’avventura.

15 Giorni di avventure e scoperte

Il campo si svolse per ben 15 giorni, un periodo durante il quale le attività furono molteplici e varie. I primi giorni furono dedicati al montaggio delle tende, sistemazione dei materassi, coperte, cuscini e organizzazione della cucina.

Le giornate erano scandite da un ritmo ben preciso: sveglia all’alba, colazione con i prodotti freschi arrivati ogni giorno (uova, farina, marmellata, ecc.), e poi via con le attività all’aria aperta. Le escursioni nei boschi erano tra i momenti più attesi, così le ricorda Gennaro:

Ricordo con particolare affetto la raccolta delle fragole: una semplice attività che diventava una vera e propria avventura. Ogni passo tra gli alberi, ogni scoperta di un nuovo sentiero, era un’emozione che ci riempiva di meraviglia.

Chiunque sia stato scout ricorderà sicuramente l’odore di quel fuoco, una fiamma che si accese in quel campo e che ancora oggi arde dentro di noi. Tra i canti, le risate e il fumo negli occhi venivano organizzati anche i turni di guardia per la notte, esperienze forti che insegnavano ai giovani del dopoguerra i valori della responsabilità e della collaborazione.

C’è una benevola invasione di pastori… finalmente vedono volti umani, finora avevano sognato le loro case di pietra, le mogli con i figli… ora vedono giovani che portano il saluto dalla campagna.

Eppure qui ci si sente più vicini a Dio… Ma si sente ancora di più la nostra piccolezza nei suoi riguardi e nei riguardi della natura che lui ha creato…
– Volpe dorata –

Il peso dei ragazzi
Un dettaglio curioso che emerge dai diari di Gennaro è l’attenzione meticolosa al peso corporeo dei partecipanti. Ogni ragazzo veniva pesato all’inizio e alla fine del campo. Questo non solo per garantire che nessuno tornasse a casa affamato, ma anche come un modo per monitorare la salute e il benessere dei giovani scout. È interessante notare come, nonostante le fatiche delle attività, i ragazzi spesso tornassero con qualche chilo in più, segno che la cucina del campo era davvero apprezzata!

Un fuoco che continua ad ardere

Questo primo campo del 1946 a Enego non è solo una storia del passato, ma una pietra miliare che ha gettato le basi per i valori e le tradizioni del nostro gruppo scout. Da allora, abbiamo continuato a crescere e a vivere nuove avventure, sempre con lo stesso spirito di scoperta e di comunità.

È notte, ritorniamo alle nostre famiglie. Il primo campeggio è terminato. La nostalgia della montagna ha invaso tutti. Ritorneremo, ritorneremo con lo scoiattolo in mezzo ai boschi profumati e ci accompagnerà sempre dall’alto.
– Rondine –

Questa è la prima di una serie di storie che ci accompagnerà una volta al mese per rivivere i Sent-ieri che oggi, come allora, insieme percorriamo.

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